La rivolta del fegato

E arrivò il momento delle decisioni procrastinate. Dopo l'ultima mutilazione di quel che restava d'una pura felicità non ebbi più la forza di vedere scivolare un'altro giorno sopra quel reticolo urbano a me oramai troppo familiare. Le nubi nere avvolgevano una flebile estate afosa promettendo tempesta e l'anima mia non era da meno. Del come vivere avevo fatto un lungo ed accurato studio filosofico senza riuscire a distillare una ricetta decente, e allora perduta la fede nella ragione nel buon senso e nel cuore, decisi che era l'ora da titolare del fegato, perché certe partite le vinci solo con quello non con altro.
Il buon senso aveva fallito per mancanza d'istinto, la ragione aveva peccato di poca immaginazione, il cuore trasudava azioni rese balbettanti dalle emozioni ed ora toccava alla versione underground del cuore tracciare la strada.

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