E se mi stessi innamorando di te?

Sei arrivata inaspettata come la neve ad Aprile, il tuo sorriso dolce mi ha fregato appena l'ho visto, da buon perdente so riconoscere le sconfitte e quando ci siamo baciati ho capitolato su tutta la linea. E ora questo amore che mi frigge i pensieri si aggira inquieto come una tigre in gabbia ha fame ed ha sete di te... E tu che fai Piccola regina dei miei giorni? Fuggi. Ti regalo dei fiori e mi punisci negandomi il miele dei nostri baci. Le mie parole volano alte come i miei sentimenti in un mondo in cui le passioni strisciano come vermi con i ventri che toccano terra. Il tuo sogno d'amore violentato da chissà chi prima che lo arrivassi a custodire è malconcio e pesto, la tua paura è alta ma almeno tu ci vuoi provare e questo ti fa onore, ma ciò inevitabilmente denota la differenza tra il mio amore, che percorre il campo della battaglia anche di notte quando il massacro e la luna sono le sole cose ad essere alte, ed il tuo, che aspetta sotto le coperte del tuo dolce disincanto. La mia anima in questo momento vorrebbe essere per te ciò che l'orizzonte è per il sole quando tramonta, ciò che il mare è per la pace dei viaggiatori, la mia anima vorrebbe essere il letto della tua, vorrei che io e te abbracciati con le gambe e le braccia stretti come nodi da marinai, vorrei amarti con tutta la vita che ho come se non ci restasse un minuto di più... Ma so che il mondo grigio di questo Novembre non ammette ne repliche ne passioni, la quotidianità e le sue fondamenta di paure hanno ucciso da tempo l'eternità franandogli addosso. Così è il mio amore, un animale magnifico che si consuma in una gabbia sbarrata dai tanti piccoli ed incosistenti problemi del quotidiano, una orgogliosa fiera che lentamente muore cibandosi della stessa propria fame e bevendo l'ombra di proprio desiderio di libertà, e quando la luna scende, il veleno è l'unica cosa che si inietta nei suoi occhi ciechi di furia e rivolta.

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